Sis: «Solo il seme certificato può garantire una filiera tracciata»
Pubblicato il 2019-05-31. Pubblicazione: Terraevita
Sementi certificate, varietà apprezzate dal mercato, contratti di filiera, ricerca e sviluppo. Questa in estrema sintesi la ricetta proposta da Sis, Società Italiana Sementi per dare valore alla produzione di grano, riso ed erba medica in Italia, nella giornata conclusiva di “Sisemina 2019”, l’iniziativa tecnico-dimostrativa itinerante in sei tappe partita il sei maggio da Enna e conclusasi nella sede dell’azienda a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna. Durante la giornata sono stati presentati ad agricoltori, pastifici, comparto molitorio e mondo accademico le performance in campo dei prodotti e lo stato d’avanzamento delle ricerche in atto.
Grano, le varietà più in voga
I diversi siti che hanno ospitato l’edizione del SISemina 2019 hanno visto rappresentato tutto il catalogo varietale della società nel comparto grano duro, grano tenero ed orzo. Obiettivo delle giornate è stato quello di mostrare la risposta in campo dei semi Sis in un periodo particolarmente importante per la crescita dei cereali, oltre alle nuove linee sperimentali che sono state presentate per la prima volta.
Protagonisti dell’edizione SISemina 2019 sono stati per quanto riguarda il grano tenero il Giorgione, il Bologna, e il Palesio senza tralasciare alcune nuove costituzioni quali Angelico e Brunelleschi.
Per quanto riguarda il grano duro il Marco Aurelio, il Furio Camillo, gli affermati il Simeto, il Coree e il Claudio oltre alle nuove iscrizioni quali Giulio, Augusto e Panoramix; particolare attenzione viene dedicata al rilancio dell’antica varietà Cappelli (meglio conosciuta come Senatore Cappelli), progenitore di gran parte dei frumenti duri attualmente coltivati, per le sue peculiarità nutrizionali. Questi grani rappresentano all’interno delle loro categorie tra le tipologie più apprezzate del mercato dei semi certificati espressi in ettari.
Seme certificato, un quadro con luci e ombre
A tal proposito il contesto nazionale relativo alle sementi certificate è caratterizzato da luci e ombre. Se infatti si analizzano i dati relativi alle superfici di grano duro e tenero coltivate con sementi certificate (fonte Crea) nel periodo 2008 – 2017, quest’ultime hanno registrato peggioramenti diffusi (con punte di -41% per il frumento tenero nel centro Italia e -54% in sud Italia nell’utilizzo di grano duro certificato). In una situazione così descritta si inseriscono i contratti di filiera che hanno in Sis, Coldiretti e importanti pastifici nazionali il cuore pulsante e che stanno facendo registrare importanti incrementi nell’utilizzo di prodotti certificati. Un dato molto interessante è il +20% di utilizzo di grano duro, conseguenza del boom delle paste 100% grano italiano.
«Solo il seme certificato può garantire una filiera completamente tracciata, permettendo continuità e sviluppo al miglioramento genetico delle sementi, un elemento fondamentale anche per gli aspetti nutrizionali e di salubrità dei consumatori – ha detto il presidente di Sis Mauro Tonello – i nostri prodotti rappresentano il miglior esempio del made in Italy, fornendo un importante contributo anche al miglioramento della salubrità delle materie prime alla base della nostra alimentazione».
Sis, investimenti, integrazione e mercato
Il ruolo di Sis per la filiera è dimostrato anche dai suoi azionisti di riferimento: il gruppo BF Spa, gruppo agroalimentare quotato alla Borsa di Milano e holding di controllo di Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana, con oltre 7.000 ettari di Sau e i Consorzi Agrari d’Italia (Cai) che ad oggi rappresentano l’unica rete capillare presente sul territorio nazionale capace di diffondere servizi di tipo tecnico-commerciale, logistico ed energetico a tutto il mondo agricolo.
«Il cammino di Sis è caratterizzato da tre parole chiave: investimenti, integrazione e mercato – ha dichiarato l’ad di Sis e Bf Spa Federico Vecchioni – l’entrata di BF Spa nell’azionariato di Sis ha consentito da subito di incrementare gli investimenti per proseguire nell’innovazione tecnica degli impianti di produzione in particolare nella sede nella quale ci troviamo. Inoltre, abbiamo avviato da subito dei percorsi per incentivare le integrazioni con altre realtà del settore sementiero. L’ultimo aspetto – ha concluso Vecchioni – è legato al mercato e più specificatamente all’obiettivo di incrementare la nostra presenza sia nel sud Italia sia a livello europeo iniziando un’attività di internazionalizzazione per far apprezzare anche agli agricoltori europei i prodotti di Sis».
L’impegno per il miglioramento genetico
Fattore di grande importanza per il core business di Sis è quindi rappresentato dalle attività di ricerca e sviluppo. Un laboratorio dedicato, una squadra di tecnici di circa 10 persone (età media inferiore ai 40 anni con un alto livello di formazione scientifica), importanti investimenti annui nell’ordine di oltre un milione/anno, una rete di relazioni e progetti con le più importanti realtà di ricerca nazionali e internazionali con l’obiettivo di creare e produrre sementi che oltre ad avere le adeguate caratteristiche agronomiche contribuiscano anche al miglioramento tecnologico delle produzioni cerealicole.
«Il percorso portato avanti dai nostri tecnici di miglioramento genetico tradizionale necessita di un periodo di circa 12 anni – ha specificato il direttore generale di Sis Mario Conti – questo dato è utile per provare a esemplificarvi il grado di complessità, il numero di incognite e la profondità degli studi e delle valutazioni previsionali che dobbiamo condurre per individuare un genotipo che abbia determinate requisiti innovativi. Questo però è anche l’esemplificazione di quanto oggi lavorare in agricoltura possa essere affascinate. È un messaggio ai giovani: realtà agroindustriali come Sis offrono prospettive di grande interesse professionale, occupazioni che richiedono competenze sempre maggiori e che offrono livelli molto alti in un contesto lavorativo particolarmente stimolante».