Descrizione
Con il termine prato ci si riferisce ad un tipo di coltura foraggera poliennale sottoposta ad almeno uno sfalcio all’anno, costituita da un'unica specie e si parla quindi di prato monofita o da un mix di più specie generalmente graminacee e leguminose insieme per cui si definisce prato polifita. Nel caso in cui il cotico erboso venga mantenuto per più di 4/5 anni, si parla di prato stabile se invece la durata risulta inferiore a tale lasso di tempo si tratta di un prato avvicendato.
Consigli colturali
Esigenze pedologiche
La natura del terreno ha notevoli ripercussioni sulla scelta delle leguminose, soprattutto nei riguardi del pH, della disponibilità di calcio, dei ristagni idrici. Le graminacee hanno minori vincoli pedologici essendo maggiormente condizionate dai parametri climatici. Nelle situazioni pedo-agronomiche “difficili” (terreni argillosi di difficile preparazione, terreni soggetti aristagni idrici, ecc.) è preferibile utilizzare Festuca arundinacea e in seconda istanza la Dactylis glomerata (erbamazzolina).
AVVICENDAMENTO
I prati polifiti avvicendati sono colture poliennali di durata variabile in funzione delle essenze che li compongono. Il loro inserimento negli avvicendamenti porta a benefiche ripercussioni agronomiche, quali l’innalzamento della sostanza organica, il miglioramento della struttura e della stabilità strutturale, e soprattutto consente di allungare il lasso di tempo fra due colture di medica nelle aziende che hanno la necessità d’impegnare la maggior parte della superficie a foraggere. In pratica, non esistono vincoli o preferenze nella precessione colturale. Per quanto riguarda la coltura in successione, occorre considerare che questa beneficerà del flusso di nutrienti originato dal dissodamento del prato, per cui è preferibile una coltura avida di azoto. É sconsigliabile invece una coltura da radice, per l’intensa attività della pedofauna tipica dei riposi prativi.
LAVORAZIONI
La lavorazione principale consiste in un’aratura profonda non più di 30 cm o, dove possibile, in una lavorazione a doppio strato (ripuntatura a 40 - 50 cm seguita da un’aratura superficiale). Nei terreni leggeri conviene ridurre ulteriormente l’intensità di lavorazione, effettuando la sola aratura superficiale. La lavorazione principale deve essere effettuata durante l'estate o l’autunno precedente l'impianto del prato; le lavorazioni secondarie deve essere effettuata nel periodo immediatamente precedente la semina nei terreni sciolti, prima in quelli pesanti, curando in particolare il livellamento del terreno per evitare il ristagno idrico. Poiché verranno distribuiti anche semi di piccole dimensioni il letto di semina deve essere ben affinato, senza tuttavia eccedere soprattutto nei terreni ricchi di limo, nei quali sono maggiori i rischi di formazione di crosta superficiale. Epoca di seminaFine inverno o fine estateModalità di semina Rullare prima della semina per uniformare la profondità di deposizione e dopo per favorire il contatto del seme con il terreno, preferendo rulli tipo “cultipacker” (scanalati), soprattutto nei terreni soggetti a formazione di crosta superficiale. Seminare avendo cura di tenere miscelato il seme nella tramoggia durante la semina. Non superare 1 - 1.5 cm di profondità. Per effettuare trasemine senza alcuna lavorazione è necessario utilizzare speciali seminatrici in grado di lavorare su terreno sodo.
FERTILIZZAZIONE
Per quantificare correttamente gli apporti di nutrienti è necessario compilare un bilancio semplificato, che tenga conto delle asportazioni della coltura in relazione alle produzioni che mediamente si realizzano in azienda. In generale si può dire che un eccesso di azoto rispetto al fosforo e al potassio costituisce un ambiente selettivamente favorevole alle graminacee, mentre una carenza di azoto associata a una migliore disponibilità di fosforo induce una maggior presenza delle leguminose.
CONCIMAZIONE ALL'IMPIANTO
Ammendanti organici
Letame: la sua distribuzione nella fase di impianto del prato assume principalmente la funzione di migliorare le condizioni di abitabilità del terreno e di cedere lentamente gli elementi contenuti.
Azoto: la quantità da distribuire nel corso del primo anno si calcola, come negli anni successivi, sulla base del bilancio semplificato. Alla semina, in genere primaverile, non è consigliabile anticipare rilevanti quantitativi di azoto, a meno di situazioni di carenza nel contenuto di sostanza organica del terreno. All’impianto, non superare in ogni caso le 50 unità di azoto per ettaro. Fosforo e Potassio da definire sulla base della dotazione
CONCIMAZIONE NEGLI ANNI SUCCESSIVI
Nei prati stabili costituisce l'unico momento di somministrazione dei fertilizzanti e può essere sfruttata quale strumento di riequilibrio floristico e produttivo per rimediare al loro degrado
Liquami
Possono essere sfruttati in maniera razionale su cotiche prative a predominanza di graminacee , è necessario comunque tenere conto degli aspetti connessi allo sviluppo di infestanti nei terreni liquamati ed i rischi sanitari legati alla manipolazione e distribuzione dei reflui essenze. Con i liquami si apportano inoltre contemporaneamente anche fosforo e potassio, a vantaggio di un migliore rapporto con le leguminose
Azoto
La dose di azoto da distribuire negli anni di produzione si calcola con il metodo del bilancio semplificato legato alle produzioni ottenute. Vanno inoltre considerati alcuni aspetti. La contemporanea presenza di graminacee e leguminose rende delicata e complessa la quantificazione della dose di a zoto da distribuire, dal momento che un eccesso relativo di questo elemento comporta un riequilibrio della composizione botanica del prato a favore delle graminacee. La presenza delle leguminose, cioè di piante azotofissatrici, impedisce inoltre una esatta determinazione della dose di fertilizzante sulla base delle asportazioni, perché una quota più o meno rilevante viene ricavata direttamente dall'atmosfera. Nei regimi seccagni, dove vengono effettuati 2 - 3 tagli, la ripartizione si farà in due dosi uguali, una alla fine dell'inverno e l'altra dopo il primo taglio.
Fosforo e Potassio
L’apporto di questi elementi è in funzione della dotazione del terreno: in caso di dotazione scarsa. Oltre agli apporti realizzati all’impianto, si effettueranno distribuzioni annuali o periodiche, calcolate sulla base delle asportazioni e delle precedenti reintegrazioni
RACCOLTA
L'epoca di sfalcio riveste un ruolo determinante nei confronti della qualità/quantità del foraggio prodotto. Il ritardo nell'epoca di utilizzazione del foraggio comporta una massimizzazione della produzione di sostanza secca ma peggiora drasticamente la qualità: aumentano i costituenti fibrosi e si verifica una progressiva lignificazione degli steli e decresce parallelamente il contenuto proteico. La raccolta del foraggio deve essere gestita in modo da raggiungere il miglior compromesso fra entità della produzione e qualità del foraggio, in genere questo valore si ottiena all'approssimarsi della fioritura della pianta.
Utilizzazione
IMPORTANZA DI CONOSCERE GLI STADI VEGETATIVI DEL PRATO
La differenza di precocità fra le diverse specie e varietà di graminacee raggiunge spesso valori molto grandi (oltre i 60 giorni) mentre nelle leguminose in genere questa differenza è meno accentuata. In pratica è lo stadio vegetativo delle graminacee che viene preso in considerazione per determinare i periodi ottimali per l’utilizzazione. L’appetibilità e la digeribilità sono in diretta correlazione con lo stadio vegetativo nel quale viene utilizzato il foraggio.La mancanza di appetibilità limita il consumo da parte dell’animale e abbassa il rendimento del foraggio in carne e latte.
RAPPORTO TRA LE GRAMINACEE E LE LEGUMINOSE NEI MISCUGLI
ilMix Questo rapporto deriva anch’esso dal complesso delle scelte che si devono effettuare in funzione delle condizioni ambientali e delle finalità del prato tenendo presente che: le graminacee hanno alcuni vantaggi in confronto alle leguminose:
- sono più adattabili alle diverse utilizzazioni-si affienano meglio-sono più rispondenti nel caso di insilaggio-si prestano ad essere pascolate già ai primi stadi di vegetazione senza provocare danni al bestiame e forniscono un foraggio ricco di sostanze proteiche ad alto valore biologico;
- consentono la totale meccanizzazione della raccolta del foraggio attraverso l’uso di macchine relativamente semplici- alcune specie si prestano bene alla formazione di tappeti erbosi che proteggono il suolo, limitano lo sviluppo delle infestanti e resistono al calpestio
- consentono una intensificazione della produzione rispondendo prontamente alle concimazioni, particolarmente a quelle azotate
- fra le graminacee si trovano specie che hanno grande longevità. le leguminose a loro volta sono in grado di:- dare un foraggio molto ricco di proteine, vitamine e sali minerali- aumentare la fertilità del suolo fissando l’azoto atmosferico
- produrre anche durante la stagione calda- aumentare l’appetibilità dei foraggi. Nei prati ilMix, graminacee e leguminose sono presenti nelle proporzioni ottimali e tutte le formulazioni garantiscono per gli specifici impieghi i migliori risultati.
L’ esatta conoscenza del modo di vegetare delle piante nel corso dell’annata, del loro comportamento invernale, del risveglio vegetativo primaverile, della resistenza ai caldi estivi e della ripresa autunnale, da all’agricoltore la possibilità di approntare il suo programma di sfruttamento del prato e gli suggerisce i tempi e i modi per applicare tutte quelle tecniche colturali indispensabili per mantenere a lungo produttivi i prati ilMix.
Elenco Prodotti Prati ilMix
- PRATO-PASCOLO EFEOGA GT - Zootecnia
- IRRIGUO - Zootecnia
- ASCIUTTO - Zootecnia
- PASCOLO CAVALLI - Zootecnia
- PASCOLO BOVINI - Zootecnia
- PASCOLO OVINI - Zootecnia
- IL MIX PRATO GRAMINACEE - Zootecnia
- PADDOCK - Protezione del suolo
- SOTTOFRUTTETO - Protezione del suolo
- SOTTOVIGNETO - Protezione del suolo
- SET-ASIDE - Protezione del suolo
- RIPRISTINO - Protezione del suolo
- ARGINI - Protezione del suolo
- PRATO ESTENSIVO - Protezione del suolo